L’acqua benedetta di Pasqua

L’acqua benedetta di Pasqua

 

di Antonio Rungi

 

Nonno Nicola era da una vita il capostipite della sua famiglia, con 8 figli e 24 nipoti ed ora all’età di 90 anni continuava ad esercitare la sua funzione di patriarca del nucleo. Natale e Pasqua erano le feste comandate durante le quali tutti i familiari si riunivano nel vecchio casolare di campagna, ben ristrutturato, per fare il pranzo di circostanza. Soprattutto a Paqua attendeva il momento che tutta la famiglia fosse intorno alla tavola per la preghiera e la benedizione con l’acqua santa e la palma tutti i presenti. Aveva ereditato questo rito dal suo papà e l’aveva trasmesso ai figli ed ai nipotini. Quell’anno, nonno Nicola, non potè benedire la famiglia nel giorno di Pasqua, perché ormai vedovo e soprattutto cagionevole di salute, dovette ricoverarsi in ospedale proprio nella settimana santa e quindi rimane nell’ospedale tutto il periodo necessario. Mancando il capostipide saltò il pranzo di Pasqua e gli 8 figli con le rispettive famiglie pensarono bene di consumare un frugale pasto ognuno a casa sua e poi nel pomeriggio raggiungere Nonno Nicola per una visita, ma soprattutto per ricevere la sua benedizione. E così fecero. Il primo dei figli portò l’acqua benedetta presa durante la veglia di Pasqua presso il monastero dei frati, mentre il secondo pensò a portare la palma che aveva preso in parrocchia la settimana prima. Non mancarano di portare al congiunto qualche piccolo pensierino pasqualino che piaceva a Nonno Nicola. Ma la prima cosa che fecero nella stanzetta singola dove era ricoverato si strinsero tutti intorno a letto e gli chiesero di benedirli. Nonno Nicola presa la palma e l’acqua con un semplice gesto di mano fece scorrere un po’ di acqua santa sulle teste di tutti i presenti con la piena soddisfazione del vecchietto che chiaramente commosso scoppiò in lagrime e ringraziò tutti. Dopo di ciò si trattennero un altro poco facendo assaggiare al vecchietto i dolci pasquali e soprattutto la pastiera che tanto gli piaceva, perché gli ricordava quella che faceva la sua moglie ogni santa Pasqua nel forno a legna insieme a tutto il resto. Ad uno ad uno tutti i figli, le nuore e i nipoti andarono via, anche perché l’orario di visita era finito e restò solo Nonno Nicola con due speciali regali che gli avevano portato i figli: l’acqua santa in un boccettino di plastica e un ramoscello di palma, che rimasero sul suo comodo, come compagnia e protezione divina. Ogni mattina, appena si svegliava, Nonno Nicola, prendeva l’aqua santa e si segnava la fronte, mentre si stringeva tra le sue mani per pochi secondi la palma benedetto. Pregava con semplicità e con gesti che esprimevano la bontà d’animo di un padre e nonno che aveva ben guidato la famiglia sui sani principi morali. La bottiglina di acqua benedetta durò appena una settimana e proprio nella domenica in Albis, dopo l’ultimo segno di croce con l’acqua benedetta e la stretta della palma, Nonno Nicola si spense serenamente in ospedale, con il sorriso sulle labbra. Aveva detto all’infermiera che era corsa al suo capezzale di ringraziare di figli e tutti e soprattutto di essere in pace e in amicizia e che era contento di raggiungere la sua Concettina in Paradiso, dopo aver fatta la Pasqua con i suoi figli, anche in quell’anno che segnò per lui l’inizio della vera ed eterna pasqua nel cielo. Alla notizia della morte del loro genitore e parente tutti arrirarono in ospedale per predisporre la salma. Il primo figlio volle che nelal bara ci fosse messa la bottglina vuota di acqua benedetta che aveva alimenta la devozione e la fede in quegli ultimi giorni della vita di Nonno Nicola, mentre il secondo figlio con un gesto di grande affetto per il suo genitore, prese la palma benedetta e la pose insieme alla corana tra le mani del suo papà volato in cielo. Ricomposta tutta la salma si chiuse la bara e si attese il tempo necessario per poter svolgere i funerali nella chiesa del monastero e con una sosta davanti alla chiesa parrocchiale. Fu una Pasqua bellissima per tutti, in quanto sapevano benissimo chi il Signore aveva portato in paradiso con sé nella domenica della divina misericordia. Una persona retta e onesta come tante di altri tempi e di questi tempi.

L’acqua benedetta di Pasquaultima modifica: 2013-04-03T14:35:00+02:00da pace2005
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