Commento alla Parola di Dio di Domenica 3 Novembre 2013

padreantonio5.jpgXXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

Scendere dalle proprie posizioni per incontrare il Signore e riconciliarsi con i fratelli.

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

Sapere che c’è sempre una possibilità di riscatto e di rinascita per tutti è un dato confortante. Se questo umanamente non sempre è possibile e si realizza tra di noi, questo è possibile a Dio, perché nulla è impossibile a Dio che ama l’uomo fino a sacrificato il suo Figlio sulla croce per la salvezza dell’umanità. Oggi, nella liturgia della parola di Dio di questa XXXI Domenica del tempo ordinario, ci viene presentato come modello di vera ed autentica conversione Zaccheo, una persona piccoletta di statura che è incuriosito a conoscere Gesù e nel suo passaggio tra la folla, per poterlo fare sale su un albero, in modo da avere una chance in più per incontro il volto di Cristo.

Due prime considerazioni possono essere fatte su quest’atteggiamento di curiosità e di ricerca del sapere da parte di Zaccheo. Egli ha bisogno di salire su un albero per vedere Gesù. Ciò significa che noi cristiano possiamo incontrare Gesù se ci svincoliamo dalla terra e ci eleviamo al cielo. L’altra considerazione è quella che abbiamo bisogno di strumenti per incontrare il volto di Cristo. Zaccheo utilizza un albero, noi abbiamo bisogno di tanti alberi e di tanti rami e foglie su cui sostenerci per alimentare il nostro rapporto con il Signore. C’è bisogno di preghiera, di sacramenti, di parola di Dio, di comunione ecclesiale, di condivisione. Chiaro è il messaggio che ci viene dal brano del vangelo di Luca: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo”. Chi vuole incontrare Cristo deve scendere subito immediatamente dalle sue postazioni esistenziali e dalle proprie prospettive e vedute. Ci vuole l’umiltà della fede per dialogare autenticamente con Cristo. Questo brano evangelico è sicuramente tra i più accattivanti per comprendere il cammino di conversione di un’anima, ma anche per centrare il messaggio della salvezza sui valori essenziali: “Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

La certezza di aver incontrare il Signore, determina in mattina un radicale cambiamento di rotta, di moralizzazione del proprio agire, che prima era assolutamente contrario ad ogni norma morale: “Io do la metà di ciò che possiedo ai poveri”, e poi  “se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Questo cambiamento di comportamento dovrebbe suscitare in ognuno di noi, soprattutto coloro che hanno approfittando degli altri, arricchendosi ingiustamente e ingannando il popolo. La restituzioni del dovuto, la giustizia da rimettere a posto, la preferenza per i poveri, per ogni cristiano, dovrebbe essere l’impegno prioritario quando scatta il bisogno di conversione e lo si vuole attuare concretamente. Penso a tante cose che non vanno nel mondo, a quante persone che si approfittano degli altri, che sfruttano il lavoro e si arricchiscono, imbrogliano, sono corrotti. Il Vangelo di oggi richiama tutti coloro che agiscono così, che se vogliono davvero incontrare il volto della misericordia di Dio, deve cambiare vita. Lo richiede la coscienza morale, ma anche l’etica cristiana e sociale. Tutti possiamo sbagliare e di fatto sbagliamo, ma perseverare nell’errore, non voler ricominciare una vita nuova, dopo aver anche ascoltato il Signore, aver incrociato il suo volto lungo la strada della nostra esistenza terra, vuol dire che abbiamo tanta superbia ed arroganza in noi, che riteniamo di poter fare a meno anche della bontà e della misericordia di Dio che ci chiama a convertirci e a ricominciare una nuova vita, come quella di Zaccheo.

Questa misericordia di cui dobbiamo prendere atto, in quanto Dio è davvero il Padre che attende ogni suo figlio perché ricominci a vivere e a sognare.

Nella prima lettura di oggi, infatti, ci viene rammentato proprio questo comportamento di amore per l’uomo da parte di Dio, Creatore e Padre. Leggiamo nel Libro della Sapienza: Signore Tu “hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento”. Ed aggiunge a conclusione di una serie di ammonimenti e richiami: “Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore”.

La correzione del Signore parte dall’amore di Dio nei nostri confronti. Egli ci corregge in tanti modi e ci fa capire esattamente dove stiamo sbagliano. Non sempre avviene questo nella correzione fraterna. A volte viene fatta con cattiveria, per orgoglio, per annientare, per distruggere, per umiliare. Dio quando perdona dà la possibilità al peccatore di un reale ravvedimento e riscatto. La differenza sostanziale sta proprio in questo. Dovremmo imparare da Dio questa lezioni di vita e nelle nostre famiglie luoghi di incontro, confronto e sconto si dovrebbe partire dalla consapevolezza che tutti siamo peccatori e tutti sbagliamo. L’importante che una volta avuta la consapevolezza dell’errore commesso, ricominciamo e chi magari ha avuto l’onore di corregge, ma faccia pesare più di tanto l’azione svolta ed attuata per il bene del correttore e del corretto, perché chi corregge, riceve tanto da chi è stato corretto. Bisogna essere solidale tra i cristiani come ci ricorda l’Apostolo Paolo nella seconda lettura di oggi, tratta dalla sua Lettera ai Tessalonicesi: “Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede”.

Portare a compimento l’opera della salvezza iniziata in noi dal Signore con la grazia battesimale, questo è dovere più grave ed impellente che incombe sulle nostre persone, con la nostra adesione al Vangelo e la nostra maturazione nella fede. Per questo possiamo giustamente rivolgerci a Dio con la preghiera  e con le stesse parole della colletta di questa domenica: “O Dio, che nel tuo Figlio  sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto, rendici degni della tua chiamata: porta a compimento ogni nostra volontà di bene, perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa per condividere i beni della terra e del cielo”. Amen.

 

Commento alla Parola di Dio di Domenica 3 Novembre 2013ultima modifica: 2013-10-31T11:14:00+01:00da pace2005
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