La santità di Giuseppe, lo sposo castissimo di Maria

SANGIUSEPPE

La santità di Giuseppe, lo sposo castissimo di Maria

di padre Antonio Rungi

Nella solennità di san Giuseppe, oggi 19 marzo 2014, la meditazione di questa mattina, dettata alle Suore presenti per la celebrazione eucaristica delle ore 7,00, ha riguardato l’esempio di san Giuseppe come padre putativo di Gesù, custode del Redentore e sposo castissimo della Beata Vergine Maria.

Il silenzio di Giuseppe, la sua docilità alla volontà di Dio, la sua vita di contemplazione vicino a Gesù e a Maria, la sua paternità, la sua laboriosità, sono i punti cardini di tutta la riflessione.

Di San Giuseppe il Vangelo parla poche volte. In occasione della nascita di Gesù, della fuga in Egitto e del ritrovamento di Gesù a Gerusalemme quando resto lì a fare catechesi ai dottori del tempio. Tre momenti importanti della vita di Gesù, Giuseppe e Maria. Nell’annunciazione, Giuseppe è chiamato a dare la sua risposta libera a Dio e acconsente al progetto del Signore della nascita del redentore assumendosi la responsabilità di padre putativo di Gesù, concepito nel grembo verginale della sua promessa sposa, che poteva, in base alla legge, ripudiare e mandare via, mettendo a rischio la vita di Maria e di Gesù che ella già portava nel suo grembo purissimo. Giuseppe si assume le sue responsabilità davanti a Dio, sapendo benissimo che in quella nascita c’erano le attese messianiche che si realizzavano. Giuseppe è come Abramo, patriarca attento alle esigenze del popolo eletto, diventa il novello patriarca attento al nuovo popolo di Dio, la chiesa di Cristo, di cui Giuseppe è il patrono universale. Un patrocinio il suo che si estendo sulle famiglie, sul lavoro e in particolare sui padri. Oggi che è anche la festa civile del Papà, affidiamo alla custodia di San Giuseppe tutti i bambini del mondo e tutti i papà della terra, specie quelli che sono in difficoltà per tanti motivi.

Nella fuga in Egitto Giuseppe dimostra questa particolare vigilanza sulla sua famiglia e soprattutto nel proteggere Gesù dalla forza assassina di Erode. Egli è dalla parte della vita e di Dio e contrasta le forze del male. Come non ricordare oggi il martirio di don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso a Casal di Principe 20 anni, a quest’ora, mentre si accingeva a celebrare la messa solenne in onore di San Giuseppe, e giorno del suo onomastico, perché aveva il coraggio di denunciare il male prodotto sul territorio dalla delinquenza organizzata, specie nei confronti dei giovani? San Giuseppe porta via insieme alla sua sposa Maria dai rischi di quella violenza assassina. Non scappa via, protegge solo la vita appena nata e il modo migliore è di allontanarsi temporaneamente da quel terrore. Egli ci insegna il coraggio di lottare il male e la violenza soprattutto oggi in cui quotidianamente sentiamo fatti di sangue inauditi e terribili, in cui ci sono anche i bambini.

Nel ritrovamento al tempio di Gesù, Giuseppe è presente insieme a Maria ed è angosciato come la sua sposo, perché Gesù era rimasto a Gerusalemme senza avvisare i suoi genitori. Giuseppe non interviene nel dialogo Madre-Figlio, lasciare fare alla Madre. Tra loro la comprensione era maggiore e più perfetta nell’amore e nella missione. Maria preservata dal peccato originale, prendeva coscienza della missione del suo Figlio e Giuseppe insieme a Maria fa questo cammino di fede e di fiducia nel Signore. Poi tutto si ricompone nell’armonia della famiglia di Nazaret, dove Gesù ritorna, sottomesso ai suoi genitori. E da Giuseppe imparò a fare i lavori e a dare una mano ai genitori. In quella famiglia è facile immaginare lo stile di una vita semplice, gioiosa, armoniosa, felice e contemplativa, per Maria e per Giuseppe, in quanto avevano con loro il Figlio di Dio.

Giuseppe è esempio per tutti di come camminare nella vita avendo sempre Gesù nel nostro cuore e nei nostri pensieri.

La santità di Giuseppe, lo sposo castissimo di Mariaultima modifica: 2014-03-19T09:26:58+01:00da pace2005
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