Purificazione, testimonianza e umiltà

Purificazione, testimonianza e umiltà – Martedì 18 marzo 2014

di padre Antonio Rungi

La meditazione di questa mattina, martedì 18 marzo 2014, vigilia di San Giuseppe è stata incentrata su tre parole tratte dai due testi biblici della parola di Dio: purificazione, testimonianza e umiltà.

Dal libro del profeta Isaia facciamo nostro quanto dice il profeta in questo brano: «Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene,  cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso,  rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». La Quaresima è il tempo per eccellenza per purificarci dai nostri peccati, attraverso il sacramento della penitenza, ma anche attraverso un nuovo atteggiamento e comportamento di vita, basato sul fare il bene, anche quando riceviamo il male, perché bisogno dimenticare il bene fatto e ricordarsi per purificarsi del male fatto. Bisogna rimuovere i peccati, anche quelli più gravi, dalla nostra coscienza, perché il Signore li cancellerà dalla nostra vita e ci donerà la pace del cuore.  Con la conversione cammina di pari passo la carità. Fare il bene anche attraverso le opere di misericordia corporale come soccorrere le persone in difficoltà è un dovere di tutti i cristiani.

La seconda parola che ci riguarda è la testimonianza. Non bisogna fare come i farei e gli scribi che caricano di regole morali e comportamenti da osservare gli altri e loro non assolvono a nulla di quanto prescrivono. Al contrario, bisogno dare il buon esempio, alleggerendo il peso delle responsabilità morali sulle spalle degli altri ed assumendosi tutte le proprie responsabilità, soprattutto quando si è nei posti di comando. Infatti, ci ricorda il brano del vangelo che «sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente”. Evitare poi di prendere titoli e ostentare il proprio potere religioso o civile davanti agli altri, ma entrare in questa sorta di cammino spirituale che è l’umiltà del cuore e della vita. E qui oggi ci viene richiamato il dovere essenziale per ogni cristiano di non esaltarsi, perché dietro l’angolo c’è l’umiliazione per quanti pensano di essere superiori agli altri o integerrimi, esenti da ogni difetto di fabbricazione o di revisione. Perciò il nostro stile di essere cristiani deve rispecchiare quello che leggiamo nel versetto conclusivo del vangelo di questa giornata: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”.Purificazione, testimonianza e umiltà siano i nostri impegni prioritari di questa Quaresima che va avanti nel tempo e che progressivamente ci porta verso la Pasqua. E non ci potrà essere Pasqua per noi e per gli altri, carissime sorelle, se non ci purifichiamo dai nostri peccati, piccoli o grandi, se non diamo testimonianza nella vita di tutti i giorni e non siamo umili, cercando gli ultimi posti e mai i primi, che sono contro l’etica del vangelo.

Purificazione, testimonianza e umiltàultima modifica: 2014-03-19T09:03:36+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo