Quale digiuno quaresimale siamo chiamati a fare?

MEDITAZIONI QUOTIDIANE-Venerdì 7 marzo 2014 

Quale digiuno per una Quaresima proficua? 

di padre Antonio Rungi 

Ecco la sintesi della breve riflessione che ho tenuto questa mattina alle Suore Opus Mariae Reginae di Formia, nella cappella interna del loro istituto. Durante la messa abbiamo pregato secondo le intenzioni dell’offerente. Abbiamo ricordato i nostri morti. Padre Antonio ha pregato per la sua mamma, di cui in questo giorno ricorreva l’annuale festa onomastica.

Oggi primo venerdì del mese, in onore del Sacro Cuore e primo venerdì di Quaresima 2014, al centro della meditazione sulla parola di Dio di questa giornata c’è il digiuno. Di questo ce ne parla la prima lettura, tratta dal profeta Isaia e il Vangelo. Dalla prima lettura comprendiamo quanto era ed è importante il digiuno presso il popolo di Dio. Un digiuno che può essere fatto in due modi ed avere due effetti diversi. Il primo modo è quello di farlo superficialmente, esteriormente, senza incidenza nella nostra vita cristiana e consacrata, Fatto come ci ricorda il profesta Isaia tra alterchi e litigi, continuando a fare affari, offendendo la dignità delle persone e sfruttando anche il loro onesto lavoro. E c’è chi questo digiuno lo fa con convinzione, con il santo proposito di rinnovarsi interiormente, di vivere concretamente la carità e la solidarietà, in un clima di vera conversione all’amore verso Dio e verso i fratelli. Sta a noi fare il digiuno che meglio crediamo. Il primo è come tanti altri che abbiamo fatto anche nel tempo quaresimale e che non ha prodotto nulla nella nostra; il secondo qualcosa lo lascia, se non altro ci pone di fronte alla nostra responsabilità di credenti. Da questo vero digiuno viene anche una risposta dal cielo, dal Signore stesso come ci ricorda Isaia: “Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».

Del digiuno si parla anche nel vangelo. Gesù viene richiamato al dovere di far digiunare i suoi discepoli, visto che non lo fanno, mentre tutti gli altri lo fanno, compresi i discepoli di Giovanni. Gesù replica a questa assurda richiesta che non si può digiunare mentre lo sposo sta in mezzo a loro. In questo tempo di presenza bisogna fare festa, gioire. Quando Dio è presente nella vita dell’uomo, l’uomo è pieno di Dio e non ha bisogno di digiunare, di astenersi da qualcosa. Si digiuna quando Dio è lontano da noi, perché no. abbiamo riempito il nostro cuore di noi stessi e di idoli opposti a Dio. Nel brano del Vangelo c’è anche un evidente accenno alla prossima morte in croce del maestro, c’è un annuncio della sua imminente passione e morte. Allora lo sposo sarà loro tolto e i discepoli saranno costretti ad un digiuno temporaneo, quello del breve arco dell’attesa della risurrezione. Ciò vuol dire che il digiuno quello penitenziale va fatto in un clima di fede, mettendo al centro del nostro cammino quaresimale la passione, morte e risurrezione di Cristo. Digiunare nella gioia della fede, della speranza e della carità vissute e testimoniate.

Quale digiuno quaresimale siamo chiamati a fare?ultima modifica: 2014-03-07T18:46:22+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo