Gesù un medico speciale

Meditazioni quotidiane. Sabato 8 marzo 2014

Gesù un medico speciale

di padre Antonio Rungi

Ecco la sintesi della breve riflessione che ho tenuto questa mattina alle Suore Opus Mariae Reginae di Formia, nella cappella interna del loro istituto. Erano presenti le suore delle tre comunità del territorio diocesano (Formia, Itri e Fondi) per la celebrazione della messa per il fondatore, padre Mario Merlin, nell’annuale ricorrenza della sua ordinazione sacerdotale. Presente anche una postulante sarda, Silvia, e la signora Vincenza un’abitante della zona.

La mia meditazione si è concreta soprattutto sul vangelo, sulla chiamata li Levi (Matteo) il pubblicano che era al banco delle imposte quando Gesù lo chiama e lascia ogni cosa e lo segue di getto. La prima immediata risposta a questa chiamata è quella di invitare il Signore al pranzo a casa. Essendo, Levi, una persona ben conosciuta, in quel banchetto di festa, che segna la sua rottura con il passato, c’era tanta gente e c’erano peccatori pubblici e riconosciuti. Occasione migliore per i farisei per far osservare al Signore che egli condivide il pranzo i peccatori e i pubblicani, per cui il sul insegnamento non poteva essere, a loro giudizio, ritenuto valido e credibile. Di fronte a quel modo assurdo di ragionare di quelle persone lontane da Dio, Gesù ribatte con un discorso chiaro e lineare, capace di rompere qualsiasi muro dell’indifferenza e della discriminazione e del pregiudizio. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. E questo lo sappiamo bene noi tutti che siamo affetti da mali occasionali e sistematici. Gesù vuole essere quel medico speciale che cura le ferite del cuore e dell’anima, viene cioè a salvare chi era considerato perduto, viene a portare la misericordia e il perdono di Dio e non la condanna, non il rifiuto preventivo di quanto sono classificati dagli altri peccatori e non guardano nel loro cuore. La gioia di Levi di aver incontrato la misericordia di Dio, diventa gioia per tanti altri che come lui sentono il fascino e la straordinaria grazia della conversione del cuore incontrando Gesù in quella circostanza o in altre simili. La sequela di Cristo è esperienza di gioia e di misericordia, perché solo il Figlio di Dio può leggere nel cuore dell’uomo valutandolo e pesandolo nella sua reale condizione. Da qui la successiva riflessione sulla prima lettura, tratta dal profeta Isaia, soprattutto nel versetto iniziale. Non dobbiamo puntare il dito contro nessuno, non giudicare nessuno, perché non siamo noi i giudici giusti a giudicare il cuore e la vita degli altri. Bisogna uscire dalla superbia e dalla convinzione che noi siamo migliori degli altri e possiamo anche indicare gli altri come colpevoli di mali, che spesso non ne sono artefici, ma ne sono vittime innocenti. La Quaresima non è il tempo di puntare il dito contro gli altri giudicandoli e condannandoli, ma di puntarlo contro di noi, perché noi sappiamo benissimo chi siamo e come ci comportiamo, soprattutto nel segreto delle nostre stanze, case, ambienti e luoghi dove consumiamo spesso le nostte stragi spirituali e umane. Il Signore ci liberi dal giudizio facile e dalla condanna facile di chi ha potuto sbagliare nella sua vita. Il Signore è venuto a salvare e non a condannare.

Gesù un medico specialeultima modifica: 2014-03-08T15:43:08+01:00da pace2005
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