Ricchezza e conversione

Ricchezza e conversione – Lunedì, 3 marzo 2014

di padre Antonio Rungi

Questa è la sintesi della mia riflessione, dettata questo pomeriggio, nella cappella delle Suore Terziare Francescane Alcantarine, ad Itri (Lt), durante la santa messa vespertina, alla presenza delle stesse suore, delle Suore Opus Mariae Reginae, degli ospiti della struttura e dei fedeli intervenuti per il settimo giorno della morte di Erasmo Di Russo, genitore di Suor Rosina Di Russo, madre generale delle Suore Opus Mariae Reginae, fondate da padre Mario Maria Merlin.

Il Vangelo di questo lunedì dell’ottava settimana del tempo ordinario ritorna sul tema della ricchezza, se male interpretata e vissuta, come reale ostacolo ad entrare nel Regno di Dio. Già il Vangelo di ieri, domenica 2 marzo 2014, ci rammentava il rischio di essere affascinati dalla ricchezza dimenticandoci di fatto di Dio. Gesù ricorda che “ è difficile entrare nel regno di Dio!”  per un ricco. “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. E lo ricorda in una circostanza ben preciso, in cui un giovane chiede di entrare a far parte del suo gruppo, ma è molto ricco e come tale nel momento in cui è chiamato a lasciare le sue proprietà, preferisce persistere nel suo stato di vita di agiatezza. Non fa la scelta di lasciare tutto e seguire Gesù, pur essendo una braa persona che aveva osservato tutti i comandamenti di Dio. Quei comandamenti che sono sintetizzato nelle tavole della legge, ricevute da Mosè sul Monte Sinai. Quei comandamenti li aveva quasi tutti osservati, gli mancava qualcosa per sentirsi perfetto. Forse alla base non cerca la vera perfezione, ma la sua adulazione, Ecco perché preferisce non accettare l’invito di Gesù, a lasciare ogni cosa e a seguirlo. Leggiamo il brano del vangelo di oggi: “In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Dal testo si può comprendere benissimo che Gesù chiede un maggior impegno di amore quando ci propone di metterci sulla sua strada. Essere distaccato da tutto e da tutti per seguire solo Lui. Non si può scendere a compromesso con il Signore, servirlo parzialmente, o magari spartendo Gesù con la ricchezza, l’agiatezza, una vita materialmente gratificate. Il Signore vuole che noi siamo completamente suoi. Perciò ci chiede una rinuncia che va oltre alla semplice osservazione, anche perfetta e precisa dei comandamenti di Dio. Vuole amore, perché Egli è Amore. Questo amore lo si vive in pienezza solo quando rinunciamo anche alle nostre personali ricchezze, ci svuotiamo di ogni cosa per farci riempire solo di Lui. Nessun è escluso dalla salvezza eterna e quindi dalla salvezza della propria anima, neppure i più potenti e ricchi d questa terra, in quanto Dio aspetta la conversione di ogni uomo alla verità, alla giustizia, alla pace e alla solidarietà. Entrare nel Regno di Dio significa allora vivere le Beatitudini, e prima fondamentale beatitudine è quella che Gesù stesso proclama nel suo discorso della Montagna: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli”. Magari potessimo essere davvero beati come Gesù ci dice, liberandoci da tutto ciò che ostacola una vera comunione con Dio e con i fratelli. Il possesso delle cose e l’attaccamento ad esse è un reale ostacolo ad entrare nel Regno dell’amore e della carità di Cristo. Viviamo in povertà, non in miseria, e saremo beati nel Regno di Dio sia su questa terra che nell’eternità.

Ricchezza e conversioneultima modifica: 2014-03-03T14:37:32+01:00da pace2005
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